mercoledì 24 agosto 2011

Norvegia, nella regione dei fiordi

di Francesca Desiderio


Il Sognerfjiord è attraversato da una vivace luce di inizio estate. Il mare resta intrappolato nel labirinto di montagne verdi di conifere e si coglie appena un cenno di sale nell’aria. Balestrand, gioioso paese sulle sue sponde, è gioiosamente esposto al sole e guarda verso le altre diramazioni del fiordo, smeraldo placido. D’estate il sole non tramonta nelle ore serali e il verso di gabbiani giocosi riempie l’aria. Nella calma di fine giornata, nella tranquillità di questo immobile crepuscolo regna tutta la vita del fiordo, nei grossi fiori colorati, nei tetti spioventi delle casette basse di legno, nel volo degli uccelli, nella vegetazione alpina a pochi metri dal mare... un mare senza onde come non ho mai visto, conficcato nelle insenature nelle montagne come fosse un lago, senza che si agiti il vento e che si respiri salsedine. Tutto intorno è verde, è sorriso. Il sorriso garbato della vita.
Nella regione dei fiordi, dal mare ai ghiacciai il passo è breve. I ghiacciai si estendono già a 1000 metri sopra il livello del mare, e le loro lingue scendono fino a poche centinaia di metri dall’imbocco di un fiordo. Le strade che li raggiungono sono curve, strette, si inerpicano con curve a gomito sulle montagne e sono interrotte dalle tante ramificazioni dei fiordi, che impongono di traghettare l’auto.
Il ghiacciaio Kjenndalsbreen è una lingua del più grande Jostedalsbreen, e scende ripida fino al lago Lovatnet. Ai lati della strada che costeggia il lago, montagne a picco sull’acqua e cascate dalle altezze sorprendenti: punti fermi dei panorami norvegesi. Ai piedi del ghiacciaio dalla pendenza scoraggiante, la valle a U modellata dal tempo, dove domina il verde rassicurante di una vegetazione alpina a due passi dal mare.

Su su per una stradina in salita, stretta, in massima parte sterrata, con margini non protetti, ai lati di un torrente in veloce corsa verso il basso, si raggiunge un’altra spianata verde, una larghissima valle a U che pare un altopiano, dove giacciono poche casette di legno rosso e il fiume azzurro prima che precipiti verso il basso. Alla fine di questa vasta e pacifica piana così grandemente esposta a vento e sole sempre alto, si raggiunge un’altra lingua di ghiaccio, il Bødalsbreen. Il vento sferza a una tale velocità che diventa difficoltoso anche solo scavalcare i roccioni ai suoi piedi.
La cosiddetta “strada delle pietre” sale ripida per tornanti che costeggiano cascate fino a cime innevate, lasciandosi alle spalle un panorama montano a picco sul mare, quindi percorre un altopiano di muschi, chiazze di neve, cime montuose e laghi ghiacciati, appena acquosi sulla superficie. In questo silenzio lunare la temperatura è molto bassa. Il paesaggio e l’aria sono invernali. Raggiungo la cima del monte Dalsnibba, 5km di curve fino a 1470 metri, per ammirare, oltre nebbie sparse e cielo carico di umidità, il fiordo sottostante: il Geiranger. Scenario vertiginoso, inquietante e spettacolare, patrimonio dell’UNESCO, stretto tra monti alti e generosi di acqua e vegetazione. Dal mare, nel cuore del fiordo, serve una breve navigazione per coglierne da vicino la bellezza, il suo sviluppo verticale, il senso di vertigine prodotto dalle pareti sul mare e dalle cascate: le “Sette sorelle”, sette sorgenti di acqua ravvicinate che si tuffano nel mare, e il “Velo della sposa”, acqua gassosa e volatilizzata, polverizzatasi nel suo infrangersi sulla parete di roccia, a formare un sipario di chiffon, appena un velo trasparente, evanescente, dietro cui si scorge la roccia. Sulle pendici delle montagne, vecchie fattorie abbandonate, perse nell’umida solitudine di quelle altezze.

venerdì 19 agosto 2011

Stasi. The Untold Story of the East German Secret Police

di Francesca Desiderio


Titolo: Stasi. The Untold Story of the East German Secret Police (Stasi. La storia mai raccontata della polizia segreta della Germania dell’Est)
Autore: John O. Koehler
Editore: Westview Press, USA
Anno di pubblicazione: 1999
Formato: cm 15,2x22,8 brossura
Pagine: 460 Illustrato
Lingua: inglese


John Koehler, corrispondente della Associated Press a Berlino nel secondo dopoguerra, racconta la storia ignominiosa del Ministero della Sicurezza di Stato della Germania dell’Est, meglio conosciuto come Stasi (abbreviazione di Staatssicherheit, sicurezza di Stato), operativo dal 1950 al 1989, anno della caduta del muro di Berlino e del regime comunista nella DDR.
Questo reportage ben documentato rivela una conoscenza approfondita delle manovre compiute dalla Stasi ai danni del popolo tedesco, affinché il partito socialista potesse rafforzare il proprio potere dittatoriale. Sono descritte le attività organizzate sotto il controllo di Erich Mielke e con il sostegno dell’URSS (e all’URSS) dentro e fuori lo Stato tedesco. Mielke, figura dal passato criminale, fu il capo senza scrupoli di una macchina del terrore, che agiva tramite varie strategie operative: dall’istallazione di microfoni negli edifici al reclutamento, spesso forzato, di liberi cittadini come spie; dall’addestramento di uomini e donne per sedurre persone chiave al pedinamento quotidiano. In ogni settore della vita quotidiana, scuole, università, ospedali, aule di giustizia, la Stasi era ben infiltrata, tanto da muovere pedine e personaggi centrali - o eliminarli - secondo i propri piani. Personaggi in vista come dottori, giornalisti, scrittori, sportivi, uomini di chiesa e gente del popolo potevano essere oggetto di attenzione. In nessun altro Paese al mondo si produsse un simile meccanismo di controllo della società.
Nella lunga trattazione sono descritte anche figure chiave del regime o semplici cittadini passati alla storia per aver avuto il coraggio di opporsi, coraggio pagato con la libertà o la vita. E non mancano le critiche: l’oppressione dei tedeschi si perpetrò sotto gli occhi degli Stati occidentali, che sin dall’edificazione del muro di Berlino non vollero vedere l’opposizione popolare al comunismo. Il libro chiarisce anche la “politica estera” della Stasi: il finanziamento o la copertura di terrorismo internazionale e lo spionaggio ai danni della vicina Repubblica Federale, degli USA, della Nato, in Africa e in America Latina.
La rete capillare di spionaggio di semplici cittadini quanto di stranieri sospettati di tramare contro il regime diffuse terrore presso i tedeschi dell’Est e fu resa pubblica solo dopo la caduta del muro. Emersero gli orrori di persecuzioni, violenze e insospettabili manovre sulle vite delle persone, tanto che i tedeschi manifestarono senza freni la loro rabbia invadendo gli uffici del Ministero (oggi museo) e pretendendo i fascicoli riguardanti le loro vite spiate e la loro serenità rubata. L’opera è tuttora in corso, tanta è la mole di documenti raccolti dalla Stasi, e il popolo stenta a trovare giustizia, perché tanti documenti sono stati distrutti dalla stessa Stasi sul finire dei giorni della DDR, perché gli infiltrati e le spie erano anche persone comuni, perché tante condanne furono legittimate da un apparato giudiziario alleato del partito socialista, perché il lavoro di recupero dei documenti è immane, le accuse innumerevoli.
I dati riportati e le dinamiche descritte da Koehler fanno rabbrividire e lasciano intendere che questo capitolo della storia tedesca rimarrà una ferita insanabile nel cuore dei cittadini tedeschi. La trattazione è arricchita da fotografie, note e un utile elenco in cui sono spiegati acronimi e sigle. La scrittura di Koehler è chiara, inequivocabile, e lascia al lettore ogni conclusione, sebbene a tratti non riesca a trattenere qualche giudizio o emozione personale.

Traduzione della quarta di copertina
In questa avvincente trattazione, John Koehler descrive nel dettaglio le innumerevoli attività del Ministero della Sicurezza di Stato della Germania dell’Est, meglio nota come Stasi. La Stasi, piovra gigante che muove i suoi tentacoli sui tedeschi della Germania dell’Est per reprimere gli oppositori politici e arrestare centinaia di migliaia di cittadini, si è dimostrata un apparato di polizia segreta e servizi di spionaggio tra i più potenti al mondo. Koehler ne esamina attentamente le attività dentro e fuori la Germania dell’Est, senza tralasciarne i programmi di repressione interna, spionaggio internazionale, terrorismo e formazione dei terroristi, e operazioni speciali in America Latina e Africa. John O. Koehler è stato corrispondente estero per la Associated Press per 28 anni, con incarichi di direzione degli uffici di Berlino e Bonn. È stato anche consigliere del Presidente Ronald Reagan e responsabile delle comunicazioni durante la sua presidenza.