venerdì 2 marzo 2012

Il fascino dell'architettura islamica

L'Islam nasce e si diffonde in Medio Oriente dalla seconda metà del VII secolo d.C. Il vasto impero che cinge terre dal Maghreb all'India si frammenta a partire dal X secolo, e ciascuna area geografica toccata dall'Islam (Maghreb e Andalusia, Egitto, Siria, Giordania, Iran, Turkestan o Asia centrale e India) subisce l'impronta indelebile dei propri regni, anche nelle arti. A segnare l'ascesa di un regno o il suo fiorire rispetto agli altri sono le dinastie.

La prima dinastia a delineare il gusto architettonico islamico è quella degli Omayyadi, nelle aree delle attuali Siria, Giordania e Israele, tra il 661 e il 750 d.C. L’architettura dei nuovi luoghi di culto (santuari e moschee) che si affermano con la nuova fede islamica si ispira alle forme bizantine, con l’abbandono dello sviluppo in senso longitudinale e l’allargamento degli spazi interni, e la diffusione di piante a base ottogonale. Viene inserito il mihrab, o nicchia, che indica il lato verso cui pregare; all’esterno, sono aggiunte le corti (sahn), circondate da porticati (riwaq) e minareti (manar). Sul fronte della decorazione, si rafforza l'uso del mosaico in pasta vitrea, e cominciano ad affermarsi disegni astratti, geometrici, e l’uso decorativo della scrittura (in stile cufico).

Moschea degli Omayyadi a Damasco

Con la dinastia degli Abbasidi (750-1258), il centro del potere si sposta in Iraq: le capitali dell’impero islamico saranno Bagdad prima (VIII secolo) e Samarra poi (IX secolo), dove fioriscono moschee e sono perfezionati i minareti.
Dal X secolo, con la frammentazione dell’impero islamico in regni autonomi, ciascuno governato da dinastie proprie, l’arte e l’architettura islamica si evolvono secondo gusti e varianti regionali, per cui non è più possibile riconoscere un’uniformità di forme e materiali. Comune è, tuttavia, la predilezione per la ceramica (IX e X secoli) come rivestimento di edifici e per l'oggettistica: nel X secolo, nell’area mesopotamica, sono inventati i lustri metallici, ovvero smalti ricavati dai metalli, capaci di creare iridescenze sulle argille. Predominano il verde rame e il blu cobalto.

Moschea di Cordoba

Nel 756, l’ultimo discendente degli Omayyadi si rifugia in Spagna meridionale e fonda un emirato a Cordoba, dando così i natali al regno islamico d’Andalusia, tale fino al 1492, quando Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona allontanano i mori dal suolo spagnolo. Un esempio dell’architettura locale è la moschea di Cordoba, costruita tra i secoli VIII e X, con un’ampia pianta e un fitto colonnato con archi a botte. I giardini si affermano come luoghi privilegiati all'interno degli edifici, come elementi distintivi dei palazzi reali (Alhambra a Granada, del XIV secolo, e Siviglia). Fiorisce l’architettura del Maghreb, soprattutto nel Marocco (Fez, Rabat, Marrakesh). Sul piano della decorazione, si perfezionano l’intaglio dell’avorio e la metallistica.

Palazzo dell'Alhambra, Granada













Strutture con corti centrali, porticati e sale di preghiera caratterizzano l'età dei Fatimidi in Egitto (909-1171) e degli Ayyubidi in Siria ed Egitto (1171-1250). Si sviluppano le madrase (scuole per l’insegnamento del corano) e, negli anni delle guerre contro i Crociati, le fortezze. Ma l'arte islamica conosce il suo splendore più tardi, con i Mamelucchi (1250-1517), che hanno il loro centro artistico al Cairo. Sul piano architettonico si affermano gli ivan (di origine iraniana) e si perfezionano le cupole e i mausolei.

Moschea di Sultan Hasan, Il Cairo

Sul piano decorativo si sviluppano stucchi, intarsi marmorei, intagli lignei con iscrizioni, mosaici in pasta vitrea, metallistica (produzione e decorazione), ceramiche (policrome blu su smalto bianco), tappeti, tessuti e stoffe; la scrittura si fa sempre più decorativa.
Spostiamoci a Occidente. Nell’XI secolo, dall’Asia centrale giungono i turchi, che si stanziano definitivamente in Anatolia. I Selgiuchidi, prima grande dinastia turca, prendono a prestito e sviluppano ulteriormente l’architettura in pietra delle culture armena e georgiana. L’influenza iraniana si intravede nell’uso dei rivestimenti di mattoni smaltati in azzurro e nei motivi floreali e geometrici delle decorazioni. Dei secoli XVI e XVII si ricordano le moschee dalla pianta a T rovesciata e con più ambienti sotto un’unica grande cupola, come sono le moschee di Istanbul, da quella “blu” (o “azzurra”, 1609-1616) a quella di Solimano il Magnifico (1550-1557).

Moschea blu, Istanbul












Il vastissimo impero persiano (comprendente Iran e Asia centrale) conosce il suo periodo di massima espansione e ricchezza nei secoli XIV e XV, con la dinastia dei Timuridi, discendenti di Tamerlano, che porta la capitale dell’impero a Samarcanda, in Uzbekistan. Si afferma il rivestimento in mattone smaltato e predominano le ceramiche azzurre di origine iraniana, nelle facciate e sulle cupole. Dal 1501 al 1732, con la dinastia dei Safavidi, si sviluppano le arti decorative, in particolare quella tessile.

Madrasa di Mir-i-Arab, Bukhara











Nella regione più orientale dell’Islam, l’India, l’arte è una fusione di stili e tradizioni, come quella dell’intaglio del legno. Tuttavia, soprattutto con la dinastia Moghul (1526-1828), l'Islam introduce l’arco a sesto acuto, la cupola, lo sguincio, i motivi decorativi geometrici, l’epigrafia e gli arabeschi. Ma l'aspetto più caratteristico dell’architettura saranno le dimensioni degli edifici e i loro giardini, come nel caso del celebre Taj-Mahal(1632-1654).

Taj-Mahal, India