mercoledì 18 maggio 2011

Camille Claudel. Le génie est comme un miroir

di Alessia Delcré



Titolo: Camille Claudel
Sottotitolo: Le génie est comme un miroir (Il genio è come uno specchio)
Autrici: Hélène Pinet, Reine-Marie Paris
Editore: Gallimard, Parigi
Anno di pubblicazione: 2003
Formato: cm 12,5x18 brossura
Pagine: 128
Illustrazioni a colori
Lingua: francese









Camille Claudel è una scultrice vissuta a cavallo tra il 1800 e il 1900, allieva e amante di Auguste Rodin, ma soprattutto donna dalla forte e contrastata personalità, che a dispetto del suo talento ha trascorso gli ultimi trent’anni di vita rinchiusa in una casa di cura per malattie mentali.
Il libro percorre tutte le tappe di crescita artistica e personale della scultrice: dall’infanzia contrastata da una madre che non accetta la vocazione artistica della figlia, al veloce e istintivo apprendimento del mestiere, alla pratica quasi morbosa in atelier, alle esposizioni, agli estenuanti ma vani tentativi di emergere in ambito artistico. È un percorso di vita difficile, accidentato, passionale e tragico, sempre in lotta con la disapprovazione di una società troppo conservatrice, i radi e complessi rapporti affettivi e le continue ristrettezze economiche.
Le fila del racconto sono tratte da documenti, lettere, articoli giornalistici, archivi fotografici e dépliant di mostre conservati o pazientemente raccolti dalle autrici, in particolare su volontà di Reine-Marie Paris, pronipote dell’artista, che ha voluto offuscare l’emblema della pazzia a favore della genialità.
Camille resta comunque una donna difficile, a tal punto devota alla propria arte da privarsi di una vita sociale, condizione che la porta irrefrenabilmente verso quel baratro di solitudine e di follia degli ultimi anni della sua esistenza. Un ritratto significativo che emerge dalle pagine del libro è quello della giornalista Gabrielle Logerot: “La signorina Claudel ha occhi magnifici, di un verde pallido, che evocano i freschi germogli delle foreste. [...] Ma nello stesso momento in cui il loro sguardo vi attira, un gesto istintivo dell’artista sembra bloccare lo slancio della sua simpatia, e si resta con questa impressione strana di una natura profondamente personale, che vi attira per la sua grazia e vi respinge per la sua ferocia”.
Camille Claudel alla fine era questo: una donna molto graziosa, sicura di sé e pronta a tutto pur di esprimersi nell’arte scultorea - di cui ha lasciato magnifiche opere rivalutate come geniali solo dopo la sua morte - ma anche una personalità scontrosa, rigida e avara negli affetti.
Il rapporto con Auguste Rodin, spesso evocato e testimoniato nelle pagine del libro, è fonte di gioia, di profonda ispirazione artistica e di passione reciproca in un primo periodo, ma la continua indecisione di Rodin, che frequenta anche un’altra donna (Rose) allontana infine Camille, che si chiude per sempre in se stessa e nel suo mondo di angosce.
Il secondo personaggio profondamente legato alla sua figura è il fratello Paul, dotato di grande talento per la scrittura, a cui preferisce però una vita agiata e concreta, in contrapposizione a quella sognatrice e di stenti della sorella. È lui che le sta vicino nei momenti più difficili e la incoraggia, che condivide le sue aspirazioni e i suoi tormenti, ma che alla fine la conduce in una casa di cura per malattie mentali, rassegnandosi al decadimento psichico di Camille e al suo “fallimento umano e professionale”.
La genialità artistica è sempre definita da Paul con una grande amarezza e una certa repulsione, come in questa citazione in apertura del libro: “Il genio è come uno specchio, di cui un lato riceve la luce e l’altro è rugoso e arrugginito”.

Valutazione critica
La ricchezza di documenti - tra cui lettere, articoli giornalistici, ritratti di Camille resi da personaggi illustri in ambito artistico e letterario - e le numerose fotografie d’epoca della scultrice e della sua cerchia relazionale (famigliari, amici, sostenitori...) ricostruiscono sapientemente il contesto storico e culturale di fine Ottocento nel quale si inserisce la coraggiosa artista. Camille, infatti, affronta seri ostacoli di carattere sociale (la difficoltà ad accettare un grande talento artistico in una donna per lo più molto giovane) e quindi economico (la sovvenzione e la vendita delle opere). La trattazione si snoda lungo le pagine del libro proprio grazie alla presentazione documentaristica, per cui è il lettore a “ricostruire” il ritratto artistico, psicologico e relazionale della scultrice. Tale impostazione è molto stimolante e lo stile, che a volte sembrerebbe scivolare nel racconto cronistico, si intreccia abilmente con profonde analisi caratteriali e intime.
È una lettura significativa per avvicinarsi a un’artista ai più sconosciuta (il suo nome resta troppo spesso legato al grande Rodin), per capire il suo difficile percorso di vita ma soprattutto per conoscere le sue opere. Il testo ne propone infatti un ricco repertorio fotografico, corredato di spiegazioni e commenti spesso rilasciati dai personaggi dell’epoca.
Il libro si rivela anche un utile strumento di comparazione artistica con Rodin, maestro, amante e infine sostenitore respinto e odiato da Camille. Una lettura laterale mostra infatti come gli stili dei due scultori si intreccino fino a fondersi nel primo periodo produttivo di Camille, per poi distaccarsi completamente (distacco che coincide anche con la rottura definitiva del rapporto amoroso tra i due) per consolidare in Camille uno stile prettamente personale e unico, quello delle opere che oggi meglio la rappresentano. Tale lettura è infine valida anche ai fini di uno studio più approfondito della produzione artistica di Rodin, alla luce di retroscena sentimentali che meglio spiegano ed evidenziano scelte tematiche e creazioni spesso nate grazie a profonde affinità affettive.

Traduzione della quarta di copertina
Dalla personificazione dell’artista maledetta al riconoscimento del suo genio, Camille Claudel è stata oggetto, a partire dagli anni Ottanta, di una acceso dibattito volto a riabilitatare la sua figura. Sappiamo quanto le sue prime opere abbiano impressionato Auguste Rodin, che ne fece sua allieva, ispiratrice e amante. Sappiamo come questa donna, dilaniata tra il sogno di un amore corrisposto e quello della scultura, sia scivolata verso la follia e sia stata internata. Al di là di queste vicissitudini che ne fanno un personaggio romanzesco, questo libro restituisce la vita e l’opera dell’artista al contesto della sua epoca.
Ricordando com’era allora difficile essere donna e scultrice; come, con il fratello Paul, introdotto nei circoli letterari, Camille fosse molto vicina a un filone dell’avanguardia parigina; come si liberò dell’influenza di Rodin per realizzare, fino al 1905, le sue opere più creative: La valse (Il valzer), L’âge mûr (La maturità), La vague (L’onda). Come infine, in preda a un delirio di persecuzione e in mancanza degli autentici riconoscimenti a cui aspirava, Camille si fosse isolata poco a poco dalla scena artistica, arrivando anche a distruggere le proprie opere...

Dai luoghi della sua infanzia al vecchio edificio sul lungosenna Bourbon, dal suo primo atelier parigino alla casa di cura di Montdevergues, dai suoi legami tumultuosi con Rodin ai dissidi con i suoi fornitori, dall’universo famigliare alle sue fughe in Inghilterra... più di 150 documenti per rivivere la vocazione inestinguibile di Camille Claudel: scolpire.